Le competenze più richieste? Autonomia, auto-motivazione, intraprendenza, persistenza, flessibilità. Ne parliamo con Giovanni Carbone, partner di Carter & Benson.
Stiamo vivendo una nuova era. Un nuovo scenario nel quale nei mercati è aumentata la competitività, dove i contesti sono più dinamici, caratterizzati da percorsi più complessi e da situazioni che impongono alle aziende una rapida capacità di reazione. Lo smart working ha sparigliato le carte nella gestione del lavoro, la digital transformation è entrata a pieno regime nei processi delle imprese e la struttura delle organizzazioni assume nuovi contorni, necessitando di rivedere i ruoli o inserirne di nuovi. In questo clima, ci sono attitudini che acquistano un valore determinante nella scelta di un candidato o della funzione che andrà ad occupare il dipendente nell’ambito di una riorganizzazione dell’impresa. Cosa è cambiato rispetto al passato, cosa è più importante oggi quando si valuta un ingaggio? In poco tempo siamo passati da organizzazioni tradizionali basate sul controllo diretto (quasi visivo), a modelli più agili, che vedono al centro la responsabilizzazione individuale. Rispetto al passato si deve puntare maggiormente sulla diretta responsabilizzazione rispetto agli obiettivi aziendali da conseguire, ad una maggiore comunicazione/confronto tra figure professionali, al senso di appartenenza e allo spirito di squadra. Per questo oltre alle competenze tecniche e professionali che deve possedere la figura destinata a ricoprire un determinato ruolo, diventano determinati AUTONOMIA, AUTO MOTIVAZIONE, INTRAPRENDENZA, PERSISTENZA, FLESSIBILITA’. Autonomia, perché il sapersi organizzare, pianificare e gestire i propri compiti (utilizzando le proprie risorse) senza la necessità della costante supervisione di qualcun altro, è un’abilità chiave che consente di raggiungere un buon livello nelle performance. Auto motivazione, perché è importante guardare oltre e non dover aspettare sempre l’incoraggiamento dei capi per fare le cose nel modo più efficiente possibile. Essere determinati e motivati nel raggiungimento degli obiettivi è la base, ma è la capacità di trovare dentro di sé le ragioni per dare il meglio che spingerà ad andare avanti e ad agire con convinzione e creatività. Il risultato peraltro sarà probabilmente più gratificante. Intraprendenza, perché lo spirito di iniziativa e la proattività sono due ingredienti preziosi in qualsiasi contesto lavorativo, a maggior ragione in un contesto in cui i punti di riferimenti e le indicazioni rischiano di essere meno frequenti. Persistenza. Questa attitudine richiede molta auto-disciplina, costanza nello sforzo e fermezza. Permette di reagire alla pressione lavorativa o a eventuali problemi con tenacia e decisione adottando le migliori soluzioni per “portare a casa” il risultato ricihesto. Flessibilità, perché sarà sempre più necessario essere in grado di adattarsi velocemente ai continui cambiamenti di scenario e di situazione. E questo renderà inevitabile anche il continuo aggiornamento personale per essere in grado di affrontare le nuove sfide con le competenze adeguate. Fiducia, capacità di delegare e obiettivi chiari. Cosa ci si aspetta dai manager? Stiamo assistendo a nuovi stili di leadership e a nuove modalità di gestione dei team in nome di un più forte concetto di libertà, benessere e alleanza tra le persone dentro e fuori l’azienda. Situazioni che richiedono ai manager più fiducia nelle competenze e nell’autonomia di coloro che compongono lo staff, maggiore capacità di delega e una chiara definizione degli obiettivi, oltre che la condivisione degli stessi. Una sottolineatura di quanto sia importante prendersi cura del gruppo e di quanto la felicità dei dipendenti crei quel clima di entusiasmo e collaborazione, ideale humus per un’impresa destinata a competere con successo sul mercato.APPROFONDISCI SUL NOSTRO SITO |
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