Cambiano i paradigmi nel mondo del lavoro ai tempi del Coronavirus. Un’analisi di William Griffini, CEO di Carter & Benson, società di consulenza e headhunting sui limiti e le opportunità del lavoro agile e la testimonianza delle esperienze di due grandi aziende, Radisson Hotel Group e American Express.
Questa crisi epocale ha imposto anche nel mondo HR un’accelerazione verso un diverso modo di concepire il lavoro e di interagire tra le persone nei diversi ruoli all’interno delle imprese. Nella quotidianità di Carter & Benson la digitalizzazione e lo smart working sono gli elementi che ne hanno segnato l’evoluzione in questi ultimi anni, nonostante il lavoro di headhunter e quello di consulenza prevedano necessariamente una forte componente relazionale.
William Griffini, CEO di Carter & Benson, afferma “Anche nella nostra attività registriamo nuove modalità operative. Non solo l’affinazione dei mandati avviene on line e, a dir la verità questo lo abbiamo già più volte sperimentato, ma la vera rivoluzione è che stanno partendo attività di induction -ovvero l’accompagnamento all’inserimento della persona neo assunta all’interno dell’organico dell’azienda nostra cliente- in remoto. Stiamo parlando di posizioni di executive manager e quindi di persone con grandi responsabilità e alti livelli di stipendio. Le aziende non si fermano, continuano ad assumere ma in modo diverso. Le persone non vanno fisicamente al lavoro, ma lavorano in remoto, con tutte le difficoltà del caso, banalmente la gestione della propria giornata da manager tra le mura domestiche e l’equilibrio con la propria famiglia.” E continua “Questa situazione ha imposto nuove regole. Solo un mese fa era impensabile credere che un primo giorno di lavoro potesse essere svolto da casa e che la formazione del ruolo avvenisse via Webex…mancano le strette di mano, la relazione one to one e tutti quegli aspetti che normalmente fanno percepire il clima aziendale, tutto un po’ strano e lasciatemelo dire anche un po’triste.”
Questo scenario di crisi sta cambiando sostanzialmente la fruizione dei servizi in ambito HR, ma per primo, William Griffini si augura non sia per sempre ““Oggi ci troviamo a passare documenti, reportistica e informazioni sulle persone del team che il manager dovrà coordinare, tutto in modo rigorosamente dematerializzato. La formazione relativamente al ruolo e la presentazione del gruppo di lavoro avvengono in maniera non fisica. È uno schema nuovo al quale nessuno è abituato. Una problematica sociologica ma non operativa. Una situazione che mostra che non esistono limiti perché la tecnologia è pronta a supportare queste attività in modo molto efficiente. La difficoltà sta nel sapersi adattare ed essere aperti al nuovo, ma su questo tema noi di Carter & Benson siamo allenati ed estremamente reattivi. Tuttavia credo fortemente che l’elemento umano vinca su tutto, che non siamo fatti per questo isolamento digitale e mi auguro che con il ritorno alla normalità anche il lavoro possa essere meno a misura di software e più a misura d'uomo e ci si possa riappropriare di sane e necessarie relazioni umane.”
All’attivo di Carter & Benson, da quando è cominciata l’emergenza, già due aziende per le quali l’attività di induction è stata svolta in “remoto”, si tratta di Radisson Hotel Group e di American Express. Cosa significhi questa nuova modalità di inserimento, cosa implica dal punto di vista relazionale è spiegato dai diretti interessati: Camilla Maggiori, Global Vice President Talent Management & Internal Communication di Radisson Hotel Group e Rosa Santamaria Maurizio, Vice President Colleague Market Partner Italy, Spain, Nordics, Benelux and Turkey di American Express. LEGGI LE INTERVISTE COMPLETE |
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